Polizia Penitenziaria, il patrono San Basilide celebrato a Firenze (Foto)
FIRENZE – «Credere nell’uomo, contro tutte le evidenze. Restituire la dignità all’uomo chiunque esso sia». Questo il messaggio che il neo vescovo di Fiesole Stefano Manetti (si insedierà il prossimo 6 luglio) ha rivolto al personale della Polizia Penitenziaria in occasione della ricorrenza di San Basilide celebrata il 30 giugno nella chiesa di San Pio X al Sodo a Firenze.
L’operato delle donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria è tanto più importante – è il pensiero di monsignor Manetti – in un momento come l’attuale in cui si assiste al fenomeno della «cosificazione» dell’uomo. «Tutto ciò è il grande rischio del nostro tempo – dice il vescovo – perdere di vista il valore della persona. Il personale della Polizia Penitenziaria ha un campo di azione in cui possono remare contro a questa tendenza e affermare il valore della persona, specie di chi è in difficoltà come chi è in carcere».
I PARTECIPANTI ALLA CERIMONIA
Alla cerimonia a Firenze è intervenuto il prefetto Valerio Valenti, accolto dal Provveditore dell’Amministrazione Penitenziaria per Toscana e Umbria Pierpaolo D’Andria. Tra le autorità presenti il questore Maurizio Auriemma, il generale di divisione Pierangelo Iannotti comandante la Legione Carabinieri Toscana. Con loro il generale Giuseppe Poccia vice comandante Istituto Geografico Militare, il generale Fabrizio Nieddu e il colonnello Antonio Petti, comandanti provinciali di Firenze rispettivamente della Guardia di Finanza e dei Carabinieri, il colonnello Roberto Esposito vice comandante Istituto Scienze Militari Aeronautiche.
La santa Messa, insieme al vescovo Manetti, è stata concelebrata da numerosi sacerdoti, tra cui don Vincenzo Russo e don Roberto Falorsi della casa circondariale di Sollicciano a Firenze, padre Alfredo Paladini cappellano al Santa Caterina di Pistoia, don Marco cappellano presso la casa circondariale di Prato.
L’ESEMPIO DI SAN BASILIDE
«L’esempio del nostro patrono San Basilide – ha detto il Provveditore D’Andria a margine della cerimonia – ci ricorda il suo coraggio: da soldato, mentre accompagnava una vergine cristiana al patibolo, decise di proteggere la prigioniera dalla folla che inveiva contro di lei. Oggi non abbiamo più queste folle, ma esiste un’opinione pubblica che a volte ha una concezione vendicativa della pena. Noi dovremmo prendere esempio proprio da Basilide per proteggere il sistema penitenziario da quelle opinioni pubbliche che rischiano di riportare indietro le lancette della storia a prima della Costituzione».
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