FIRENZE – Due cerimonie a Firenze in occasione del 4 novembre. La prima, militare, si è svolta in piazza dell’Unità italiana in occasione della Giornata dell’Unità nazionale e delle Forze Armate. La seconda nella basilica di Santa Croce e sul ponte alle Grazie per commemorare il 56° anniversario della tragica alluvione del 4 novembre 1966.
Una corona è stata depositata all’obelisco di piazza dell’Unità in ricordo dei Caduti di tutte le guerre da parte del prefetto di Firenze Valerio Valenti e dal presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, accompagnati dal presidente del consiglio comunale Luca Milani e dal generale di divisione Pietro Tornabene, comandante del Presidio militare e dell’Istituto Geografico Militare.
Nella piazza, con le massime autorità civili e militari cittadine, era schierato un reparto di formazione composto da rappresentanze di Esercito, Carabinieri, Aeronautica, Polizia di Stato, Guardia di Finanza, Polizia Penitenziaria, Corpo Militare e Infermiere Volontarie della CRI, Vigili del Fuoco. Presenti le rappresentanze delle Associazioni d’Arma e dell’Istituto nazionale del Nastro Azzurro. Gli onori militari sono stati resi dalla Fanfara della Scuola Marescialli e Brigadieri dei Carabinieri.
Dopo la lettura del messaggio del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella al ministro della Difesa in occasione del 4 novembre, il generale Tornabene ha sottolineato il ricordo di quanti «ci hanno preceduto e che con tenacia, modestia e infaticabile dedizione, lavorando e combattendo, sapendo essere soldati quando necessitava e cittadini onesti sempre» hanno creato l’Italia che oggi viviamo. «Tutto ciò fu possibile – ha aggiunto – per il coraggio morale di coloro che facendo la storia non appaiono mai o molto raramente sui libri di storia». Scarica qui l’intervento completo del generale Tornabene.
Il prefetto Valenti ha richiamato l’importanza e l’attualità dei valori di unità nazionale e di coesione sociale, rammentando che, nonostante le profonde diversità culturali, religiose, di costumi che hanno attraversato e ancora oggi attraversano il nostro Paese, gli italiani hanno saputo accettare e valorizzare tali particolarismi. «Spetta a tutte le istituzioni mantenere la barra a dritta – ha detto Valenti – e preservare e rafforzare la coesione sociale, soprattutto in quei frangenti, come quelli dei tempi che stiamo vivendo, in cui le contrapposizioni rischiano di inasprirsi e le posizioni politiche ed ideologiche appaiono talora inconciliabili». Scarica qui l’intervento completo del prefetto Valenti.
GALLERIA FOTO DELLA CERIMONIA IN PIAZZA DELL’UNITÀ ITALIANA
56 ANNI FA L’ALLUVIONE
Solenne cerimonia nella Basilica di Santa Croce, dove il cardinale arcivescovo Giuseppe Betori ha presieduto una messa in ricordo delle vittime dell’alluvione del 1966. Presente anche il cardinale Ernst Simoni canonico onorario del capitolo della cattedrale di Santa Maria del Fiore. Con lui le massime autorità fiorentine, guidate dal prefetto Valenti con il presidente del consiglio comunale Luca Milani, promotore della commemorazione insieme all’Associazione Firenze Promuove.
Da Roma per l’occasione è arrivata Laura Lega, già prefetto di Firenze dal luglio 2018 al novembre 2020 ed attualmente Capo Dipartimento dei Vigili del fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile presso il Ministero dell’Interno. Ha rivolto un saluto ai presenti ricordando – tra l’altro – come la tragedia dell’alluvione del 1966 fu un vero «test di unità nazionale», considerando gli aiuti e la solidarietà arrivata da tutta Italia.
Cornice particolare all’evento è stata la partecipazione della Banda del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, diretta dal Maestro Donato Di Martile composta da oltre 40 musicisti che hanno accompagnato il rito religioso. In piazza Santa Croce, per la curiosità di tanti cittadini e turisti, sono rimasti esposti automezzi e attrezzature dei Vigili del Fuoco di Firenze e della Protezione civile. I Vigili del Fuoco erano rappresentati dal Direttore Regionale Silvano Barberi e dal Comandante provinciale di Firenze Gennaro Tornatore, al quale in tarda serata è poi arrivata la buona notizia che il Cosniglio dei Ministri lo ha promosso Dirigente Generale.
OMELIA DEL CARDINALE BETORI
Nell’omelia il cardinale Betori ha tra l’altro ricordato, citando Papa Francesco, che «non siamo autosufficienti, da soli. Da soli affondiamo. Abbiamo bisogno del Signore come gli antichi naviganti delle stelle». Betori ha anche accennato di essere stato tra i volontari presenti a Firenze nel 1966 «con lo slancio dei diciannove anni, appena all’inizio del curricolo della sua formazione teologica, che in quei giorni di dedizione alla povera gente di un quartiere popolare della città trovò un’inedita introduzione allo studio della fede, come fede in un Dio fatto carne e fatto sofferenza per la salvezza del mondo. Fu quella un’esperienza che sento ancora viva in me e che, una volta designato vostro vescovo, sentii come un preludio del servizio che mi veniva chiesto per voi». «Vogliate accogliere questo sconfinamento biografico – ha subito precisato – come un segno di radicata e sentita appartenenza e dedizione a questa città, secondo un seme gettato cinquantasei anni fa e che, da quattordici anni, mi è stato chiesto di far crescere in una fedeltà quotidiana, giorno dopo giorno». Scarica qui il testo completo dell’omelia del cardinale Betori.
Al termine della cerimonia, un corteo aperto dalla Banda dei Vigili del Fuoco si è mosso dalla Basilica di Santa Croce per raggiungere il ponte alle Grazie, da dove come tradizione è stata lanciata in Arno dal sindaco Dario Nardella una corona d’alloro in ricordo delle vittime dell’alluvione. La cerimonia è stata benedetta dall’attivissimo cardinale Simoni (classe 1928) che poco dopo ha lasciato Firenze per presenziare ad un altro evento a Salerno, la cui diocesi è guidata dall’arcivescovo fiorentino monsignor Andrea Bellandi.
GALLERIA FOTO DELLA COMMEMORAZIONE DELL’ALLUVIONE
LA BANDA CORPO NAZIONALE VV.F.
VIDEO DEI VIGILI DEL FUOCO
AGGIORNAMENTO DEL 6 NOVEMBRE 2022
OPEN DAY AL CENTRO DI MOBILITAZIONE DEL CORPO MILITARE CRI
In occasione del programma dedicato alla festa dell’Unità Nazionale, sabato 5 novembre è rimasta aperta al pubblico a Firenze anche la Caserma intitolata al Milite della CRI Tito Brunetti, un soldato fiorentino medaglia di bronzo al valor militare caduto durante la 1ª guerra mondiale. È l’attuale sede del Comando del Centro di Mobilitazione Tosco Emiliano – Corpo Militare Volontario CRI in via dei Massoni sulla collina di Careggi.
Durante l’«open day» il maggiore Riccardo Toti, comandante del Centro, ha presentato le peculiarità che caratterizzano il Corpo militare volontario della Croce Rossa Italiana, ausiliario delle Forze armate. Una storia, illustrata anche in una mostra statica, che nasce nel 1866 e che oggi comprende 17 mila componenti arruolati su base volontaria: medici, psicologi, chimici-farmacisti, commissari, contabili, infermieri e soccorritori.
Ai visitatori, anche giovanissimi, sono state illustrate le attività operative del Corpo Militare e del Corpo delle Infermiere Volontarie. Nell’occasione è stato organizzato anche un corso informativo sulla Psicologia dell’Emergenza, aperto a tutti e presentato dallo psicologo Tenente Matteo Marini.
Molto applaudita anche l’esibizione della Banda Militare del Centro di Mobilitazione diretta dal capitano Mauro Rosi, molto nota a Firenze e in Toscana.
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