La Polizia ricorda Fausto Dionisi, 45 anni dopo l’agguato a Firenze

FIRENZE – Quarantacinque anni fa, era il 20 gennaio 1978, venne ucciso in un agguato terroristico a Firenze l’Appuntato delle Guardie di Pubblica Sicurezza Fausto Dionisi.
Il poliziotto, in servizio alle Volanti della Questura di Firenze, perse la vita a 23 anni in via delle Casine, durante il controllo di un furgone sospetto mentre all’interno del vicino carcere delle Murate era in corso un tentativo di evasione – poi fallito – di alcuni detenuti legati all’organizzazione di estrema sinistra Prima Linea. Qui la motivazione della medaglia d’oro al valor civile concessa alla memoria di Fausto Dionisi.
Il sacrificio di Dionisi è stato ricordato oggi 20 gennaio con una breve ma sentita cerimonia sul luogo dell’agguato. Con la vedova Mariella Magi Dionisi e la figlia Jessica, erano presenti il Governatore della Toscana Eugenio Giani, il prefetto di Firenze Francesca Ferrandino, il vicesindaco Alessia Bettini con il Gonfalone della Città di Firenze, il questore Maurizio Auriemma con le massime autorità cittadine. È seguita una messa nella vicina chiesa di San Giuseppe officiata da monsignor Luigi Innocenti cappellano della Polizia di Stato a Firenze. Presenti dirigenti, funzionari e personale di polizia operanti in città , insieme a una rappresentanza dell’Associazione Nazionale Polizia di Stato guidata dal presidente della sezione fiorentina Sergio Tinti.
A nome del Capo della Polizia – Direttore Generale della Pubblica Sicurezza prefetto Lamberto Giannini il questore Auriemma si è anche recato a deporre un mazzo di fiori sulla tomba di Fausto Dionisi in un cimitero alla periferia della città.

L’OMELIA DEL CAPPELLANO
Nella sua omelia monsignor Innocenti ha ricordato che «ogni anno ci raccogliamo qui a pochi passi dall’attentato per ricordare un giovane uomo, che indossava orgogliosamente la divisa della Polizia di Stato, caduto nell’adempimento del suo dovere. Ma non siamo qui solo per ricordare, ma anche per capire e per sentirci coinvolti. Ricordare è anche fermarci, guardare al passato per leggere meglio il presente e costruire meglio il futuro».
Sul tema della giustizia, il cappellano della Polizia ha sottolineato che «sì, esiste una giustizia umana, per la quale occorre combattere, lottare, vivere. Ma non sempre la giustizia umana è soddisfacente, così come non lo è stata fino ad oggi nei riguardi di chi ha causato la morte di Fausto Dionisi. Noi qui sull’altare vogliamo considerare un altro livello di giustizia. È la ‘giustizia che rimane per sempre’, l’eroismo durante il servizio a cui Fausto aveva dedicato la vita, atto supremo d’amore». Scarica qui il testo completo dell’omelia di Mons. Luigi Innocenti.