Esercito: rimosso il generale Vannacci dal comando Igm

il generale di divisione Roberto Vannacci (foto@osservatorelibero.it)
Il generale di divisione Roberto Vannacci (foto@osservatorelibero.it)

FIRENZE – Il generale di divisione dell’Esercito Roberto Vannacci è stato rimosso dal suo incarico di Comandante dell’Istituto Geografico Militare che ha sede a Firenze. Dal 21 agosto – a quanto si apprende – il nuovo comandante sarà il generale degli Alpini Massimo Panizzi, 60 anni di Marina di Carrara.

Una decisione lampo presa nella mattinata di oggi 18 agosto dai vertici dell’Esercito, dove per il generale Vannacci si dispone dal 20 agosto la cessazione dall’incarico di comandante dell’Istituto Geografico Militare. Dal 21 l’ufficiale è trasferito “in forza extra organica” al Comfoter Area Territoriale di Roma, l’unità cui oggi fa capo l’Istituto Geografico Militare, mantenendo però la propria sede a Firenze. In pratica resta (almeno per ora) a Firenze a disposizione del Comandante della stessa Area Territoriale Comfoter. Quest’ultimo è il generale di divisione Massimo Panizzi, che mantiene il suo attuale incarico a Roma e contemporaneamente assume anche il comando dell’Igm. Una classica “soluzione tampone” in attesa di ulteriori sviluppi.

Tutto questo, come ormai noto, all’indomani dell’uscita del libro «Il mondo al contrario» (autopubblicato da Vannacci su Amazon dove è ai vertici delle vendite), in cui il generale – sia pure a titolo personale – aveva espresso sue opinioni sulla società contemporanea, dove si assiste – secondo lui – a «un vero e proprio assalto alla normalità che, in nome delle minoranze che non vi si inquadrano, dev’essere distrutta, abolita, squalificata». 

IL CASO VANNACCI

I titoli dei capitoli del libro uscito il 10 agosto su Amazon (ben 355 pagine, che probabilmente non tutti hanno letto almeno fino in fondo) riguardano argomenti quali Il Buonsenso. L’ambientalismo. L’energia. La società multiculturale e multietnica. La sicurezza e la legittima difesa. La casa. La famiglia. La Patria. Il pianeta lgbtq. Le tasse. La nuova città. L’animalismo. 

La «bufera» mediatica sul libro è scoppiata soprattutto giovedì 17 agosto (con le edizioni post Ferragosto della stampa, sui social e da parti del mondo politico) dove il generale Vannacci è quasi stato unanimemente accusato di aver usato toni e parole gravi soprattutto nei confronti del mondo Lgbtq, degli immigrati e sul tema della difesa personale. Un clamore mediatico politico che come primo immediato effetto ha fornito una inattesa e virale pubblicità al libro del generale.

Pronta anche la dichiarazione dello Stato Maggiore dell’Esercito che nella stessa mattinata di ieri 17 agosto aveva diffuso una nota nella quale «la Forza Armata prende le distanze dalle considerazioni del tutto personali (come precisato nel testo) espresse dall’Ufficiale (il generale Vannacci n.d.r).»

«Si precisa – aggiungeva la nota – che l’Esercito non era a conoscenza dei contenuti espressi in esso (nel libro n.d.r.) e che gli stessi non erano mai stati sottoposti ad alcuna autorizzazione e valutazione da parte dei vertici militari». 

L’INTERVENTO DEL MINISTRO

Poco dopo in un Tweet era intervenuto lo stesso Ministro della Difesa Guido Crosetto per stigmatizzare quanto avvenuto. «Non utilizzate le farneticazioni personali di un generale in servizio – ammonisce Crosetto – per polemizzare con la Difesa e le Forze armate. Il generale Vannacci ha espresso opinioni che screditano l’Esercito, la Difesa e la Costituzione. Per questo sarà avviato dalla difesa l’esame disciplinare previsto». 

Dalle parole ai fatti. Prima dell’avvio dell’esame disciplinare (che di norma richiede tempi non brevi) è arrivata la rimozione dall’incarico per il generale Vannacci. Lo sostituisce un generale di divisione degli alpini, Massimo Panizzi, suo diretto superiore nella linea di comando presso il Comfoter, il Comando Operativo delle Forze Terrestri. Salvo proroghe il generale Panizzi dovrebbe però lasciare il servizio attivo nel prossimo ottobre, al compimento del 61° anno di età. Meno di due mesi. Il tempo, forse, per dotare l’Istituto Geografico Militare di Firenze, massimo ente cartografico dello Stato per l’Esercito, di un nuovo Comandante esperto della materia geo cartografica. Senza togliere nulla, naturalmente, alla professionalità di tutte le specialità della Forza Armata. 

In un ultimo tweet del 18 agosto, senza citare il generale Vannacci, il ministro Crosetto ha poi aggiunto : “in un mondo che si divide tra chi vorrebbe buttare il “Generale” all’inferno e chi vorrebbe farne un martire, chi serve il paese guidando pro tempore un’Istituzione come la Difesa deve solo limitarsi a mantenere distacco ed applicare le regole e le norme. Nulla più, nulla di meno” 

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Sandro Addario

Sandro Addario

Commenti (5)

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    Alessandro Puzzilli

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    Se vero, un tale provvedimento è del tutto ingiustificato, lo sarebbe nei confronti di chiunque e lo è, a maggior ragione, nei confronti di un eccellente Ufficiale e leale servitore dello stato, il quale ha espresso, a titolo personale ed al di fuori del proprio ambito lavorativo, le proprie legittime opinioni.

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    Alex

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    La vicenda Vannacci, sotto il profilo disciplinare, merita qualche doverosa puntualizzazione. Fino al 1978, la società militare italiana era regolamentata da una norma specialissima che trattava il militare quasi come “soldato-suddito”. Parliamo del Regolamento (indipendente) di Disciplina Militare del 1964: solo doveri e divieti. Con la Legge del 1978 sulle “Nuove norme di principio della disciplina militare” il “soldato-suddito” diviene “soldato-cittadino”: tutti diritti, si può leggere tutto, fare conferenze, scrivere libri, avere organi di rappresentanza, benessere del personale al primo posto, doveri e responsabilità dei comandanti. Anche il Giuramento non era più quello di un tempo, niente più fedeltà al Capo dello Stato ma obbligo della salvaguardia delle libere istituzioni. Con le riforme del 2000 e da ultimo con la legittimazione delle rappresentanze sindacali il “soldato-cittadino” è diventato “soldato-impiegato”. È finito un mondo che è quello del militare rude, che non deve pensare ma solo obbedire. In pratica il modello di militare di quelli che il militare non lo hanno fatto, ma che pretendono di stigmatizzare l’operato del generale Vannacci, ne chiedono l’allontanamento dall’Esercito di cui si sarebbe mostrato indegno.
    Dunque, come stanno le cose? A occhio e croce, lo scritto del generale Vannacci, pur vergato con espressioni e toni forti, ma mai volgari e contro la legge, è tutt’al più una analisi sociologica del nostro mondo. Una legittima critica al cosiddetto “pensiero unico”, offensiva per ogni persona che si ritenga intelligente e libera. In esso non si trova né offesa per l’Esercito né per le Forze Armate, non si tratta di argomenti di servizio né relativi alla Difesa nazionale. E allora? Quali mancanze avrebbe commesso il generale Vannacci? Esperti del settore non ne ravvisano. Si sarebbe addirittura reso indegno di appartenere alle Forze Armate e quindi andrebbe sottoposto ad un procedimento disciplinare di stato? Un vero e proprio processo, al termine del quale una “commissione militare di disciplina” giudica se l’incolpato è o meno meritevole di conservare il grado? E se giudicato non meritevole perde la qualità di militare? Suvvia, non scherziamo! Un bravo avvocato farebbe passare un brutto quarto d’ora al presidente di quella commissione e al ministro che sanzionasse l’estromissione dalle Forze Armate.
    Ricordiamo che non lo si è ottenuto neppure per il generale dei carabinieri Antonio Pappalardo che pure si era recato al Quirinale per pretendere di arrestare il Presidente della Repubblica. Poi, attenzione, essendosi messo in piedi questo Ambaradam, non escludiamo pure che qualche pm, anche della magistratura militare, possa ravvisare qualche ipotesi delittuosa. Intanto, però, il generale Vannacci da subito ricorra al TAR e chieda che il suo trasferimento sia sospeso. Valuti poi con calma, ma nei termini, di trascinare in Tribunale quelli che hanno scritto o dichiarato alla stampa cose offensive nei suoi confronti. Ormai è in ballo, gli conviene ballare e ricordare che lo Stato è cattivissimo con i buoni e buonissimo con i cattivi!

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    Rolando

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    Il generale dice quello che tutti pensano

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    Alessio

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    Ha messo nero su bianco il suo pensiero, e molti sono della stessa idea.
    Applicare provvedimenti disciplinari, non fa altro che rafforzare e convalidare le idee espresse dal generale.
    Un plauso al generale per la sua sincerità!

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    Zia Lory

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    Premetto che ancora non ho letto il libro, ma dal cancan mediatico che si è sollevato, arguisco che il Generale abbia centrato e commentato in maniera puntuale e corretta, argomenti che ai ‘politicamente corretti’ fanno la permanente in testa. Tutto ciò che è stato estrapolato dal libro e sbattuto in prima pagina, rappresenta il suo pensiero personale che mi sento di non commentare adesso, ma solo dopo la lettura del testo intero. Sono cmq convinta che una minoranza umana del mondo, se si tratta del 3% come lui ha dichiarato in una intervista TV, non possa condizionare la vita dell’altro 97%. Se la libertà di pensiero vale per quel 3% allora a maggior ragione è valida per l’altro 97% che rappresentando la maggioranza, ha ragione a prescindere nella maggioranza delle situazioni. Con questo io rispetto tutti fino a quando la loro libertà non venga a ledere la mia. E certi atteggiamenti invece ledono i miei interessi ad ogni livello. Esiste un proverbio che recita “vivi e lascia vivere” ed io vorrei che fosse così. Ma se mi rompi le scatole in ogni dove col politicamente corretto che sia rappresentativo di situazioni personali non contingenti globalmente, beh allora ho diritto anch’io ad esprimermi. Ed il Generale ha fatto benissimo ad estrinsecare le sue idee.

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