Osservatore Libero

Foibe, code a Firenze per salire sul Treno del Ricordo

Visitatori sul Treno del Ricordo 2024 a Firenze
Visitatori sul Treno del Ricordo 2024 a Firenze

FIRENZE – Centinaia di fiorentini hanno fatto la coda per visitare il «Treno del Ricordo» in sosta alla Stazione di Santa Maria Novella giovedì 22 febbraio. È il museo itinerante per ricordare il sofferto esodo di migliaia di connazionali dall’Istria e dalla Dalmazia, alla fine della seconda guerra mondiale,  costretti ad abbandonare le loro case per il solo fatto di avere un cognome italiano. L’iniziativa, promossa dal Ministro dello Sport e i Giovani, è partita da Trieste il 10 febbraio (nel Giorno del Ricordo delle vittime delle foibe) e terminerà a Taranto il 27 febbraio. 

VAGONI CARICHI DI STORIA

A turni di circa venti persone alla volta, i visitatori a Firenze sono saliti sul convoglio fermo tutta la giornata al binario 16. Nonostante la giornata feriale e la contenuta informazione dell’evento a livello locale, il passa parola è servito a far affluire tanta gente. Persone di ogni età, anche nonni con i nipoti, hanno sostato all’interno dei quattro vagoni del treno dove sono stati proiettati altrettanti brevi video storici degli archivi dell’Istituto Luce e della Rai. Dalla genesi nel corso dei secoli dell’area istriano-dalmata, alla «promessa» di Francia, Regno Unito e Russia (Patto di Londra 1915, parzialmente mantenuto) di assegnare al Regno d’Italia quelle terre purché entrasse in guerra contro l’Austria. Dal dramma della seconda guerra mondiale a quello delle foibe, profonde cavità del terreno dove migliaia di italiani furono gettati anche vivi e lasciati morire tra atroci sofferenze dal nuovo regime iugoslavo. Chi riuscì a mettersi in salvo cercò di arrivare in Italia con ogni mezzo. Trovando accoglienza ma anche ostilità nel rovente clima politico dell’immediato dopoguerra. Come nel caso di Bologna dove il cosiddetto treno della vergogna fu preso a sassate e venne impedito ai profughi in arrivo di poter mangiare un pasto caldo. 

 

Alla sosta fiorentina del Treno del Ricordo era presente per il governo Eugenia Maria Roccella, ministro per la famiglia, la natalità e le pari opportunità. In rappresentanza della Regione Toscana c’era l’assessore alle infrastrutture digitali Stefano Ciuoffo, e per il Comune l’assessore Maria Federica Giuliani, che ha la delega per la cultura della memoria. Presenti il Gonfalone della città di Firenze decorato di medaglia d’oro al valor militare, la Fanfara della Scuola Marescialli e Brigadieri Carabinieri di Firenze, i labari delle sezioni di Firenze e Pisa dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia. 

 

«INGIUSTIZIA DIMENTICATA»

«Penso che questa degli esuli istriani e delle foibe sia stata veramente la più grande la più terribile ingiustizia sofferta dagli italiani e che sia stata quella più dimenticata» ha detto il ministro Roccella. «Questo ricordo – ha aggiunto – noi oggi lo dobbiamo ricostruire e trasmetterlo d’ora in poi attraverso quelle iniziative che ogni anno facciamo in questa giornata perché non sia più disperso». 

 

Ricordiamo «pezzi della nostra storia che abbiamo taciuto, abbiamo tenuto in disparte, per incomprensione, per vergogna, per una lettura della storia parziale» ha detto l’assessore regionale Ciuoffo, figlio di genitori triestini, come lui stesso ha ricordato. «Da quella lettura – ha aggiunto – dobbiamo finalmente liberarci. Scegliamo una parte. Forse l’unica parte che dovremmo sempre scegliere è quella delle vittime, non di una ragione o dell’altra. Ed è forse quello che ancora non riusciamo a fare». 

 

«Rendere dignità a queste persone infoibate e barbaramente uccise, agli esuli che non trovarono la giusta accoglienza neanche dagli stessi connazionali nelle nostre città. È l’impegno delle nostre istituzioni – ha detto l’assessore Giuliani – per un colpevole silenzio, forse durato troppo a lungo». 

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