Scudo erariale, anche da Firenze no della Corte dei Conti
FIRENZE – La proroga di sei mesi dello scudo erariale per gli amministratori pubblici, perseguibili solo per colpa grave, non va giù alla Corte dei Conti. Se ne è parlato anche a Firenze in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario 2024 della Magistratura contabile toscana, che si è svolta giovedì 22 febbraio alla presenza del presidente della Corte Guido Carlino. Il provvedimento (c.d. Decreto Semplificazioni) era stato varato, a carattere temporaneo, in periodo pandemia nel 2020. Avrebbe dovuto fronteggiare la cosiddetta «paura della firma» da parte degli amministratori pubblici che, secondo alcuni, erano frenati in molte delle loro attività per non rischiare irregolarità anche minime. Tali da doverne poi risponderne alla magistratura contabile.
«Assumere come causa di inefficienza la responsabilità dinanzi alla Corte dei conti – ha detto a Firenze Paolo Evangelista per conto dell’Associazione Magistrati della Corte dei Conti – ritengo sia un alibi per lo stesso legislatore che non riesce nella semplificazione delle norme dell’agire pubblico ovvero a rimuovere la principale fonte dei ritardi dei procedimenti amministrativi». «La prima garanzia di una buona amministrazione è una buona legislazione» ha aggiunto Evangelista (qui il suo intervento integrale) citando Enrico Guicciardi, amministrativista degli anni ’50.
Nella sua relazione, il presidente della Sezione Giurisdizionale della Toscana Angelo Bax ha tracciato, come di prassi, un quadro delle attività svolte nell’anno giudiziario 2023. Le sentenze complessivamente emesse sono state 367: di queste 131 in materia di responsabilità, 141 in materia di giudizi di conto (relativi alla regolare contabilità di chi maneggia denaro o beni pubblici n.d.r.), 90 in materia pensionistica. Le condanne per responsabilità amministrativa (il danno all’Erario) ammontano a 11,3 milioni di euro contro i 5,9 milioni del 2022 e i 13,4 del 2021. Bax ha evidenziato tra l’altro i danni all’erario causati da privati per illecito utilizzo o indebita percezione di fondi regionali, nazionali ed europei. Come pure le pronunce che hanno trattato ipotesi di ricorsi ad artifizi o frodi da parte di imprese per percepire contributi pubblici. Qui il testo integrale della relazione del presidente Bax.
Nel 2023 sono state 1007 le denunce/istruttorie aperte presso la Procura Regionale toscana della Corte. Figurano in flessione rispetto all’anno precedente (209) e al 2021 quando furono 215. Consistente il numero dei fascicoli pendenti (2386) alla fine dell’anno, in linea con le annate precedenti. L’origine della denuncia proviene nella maggior parte (72%) dallo Stato e dagli Enti locali. Si aggiungono anche esposti presentati da enti pubblici (9%), privati (5%) ma anche casi di denuncianti anonimi (2%). L’attività requirente è stata presentata dal Procuratore Regionale Massimo Chirieleison. Qui la sua relazione integrale.
L’attività della Sezione regionale di controllo è stata illustrata dalla Presidente Maria Annunziata Rucireta che ha sottolineato come l’obiettivo primario di quella componente della Corte dei Conti «sia quello di affiancare gli enti presenti sul territorio, orientandoli verso un utilizzo quanto più corretto, produttivo e responsabile delle risorse, e solo in extremis di imporre le soluzioni correttive che si manifestino imprescindibili, laddove siano in gioco la legalità o il ripristino degli equilibri strutturali». Un fronte particolarmente delicato che impegna la Sezione è l’attività di controllo del Pnrr, considerando che «l’aggregato dei soggetti attuatori toscani appartenenti alla categoria degli enti territoriali presenta 4.620 progetti, gestiti da 310 soggetti attuatori, con un costo ammesso progetti pari a oltre 3 miliardi. Di questi, 3.544 progetti vedono come soggetto attuatore un comune. Tutti i 273 comuni del territorio risultano coinvolti». Qui l’intervento integrale della Presidente Rucireta.
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