Capo Horn, l’obiettivo di due navi militari italiane nel 1996

Nel 1996 una delle navi del 27° Gruppo Navale italiano arrivò a Capo Horn
Nel 1996 una delle navi del 27° Gruppo Navale italiano arrivò a Capo Horn

FIRENZE – Lo storico passaggio di Capo Horn da parte di Nave Amerigo Vespucci, avvenuto nella notte tra il 4 e il 5 aprile 2024 , fa tornare alla mente quanto avvenuto 27 anni fa nella Terra del Fuoco. Era proprio il 4 aprile 1997, quando il 27° Gruppo Navale italiano, composto dal cacciatorpediniere Durand De la Penne e dal pattugliatore di squadra Bersagliere, rientrava a Taranto al termine del periplo del mondo, dopo aver percorso più di 51 mila miglia nautiche. Più del doppio della circonferenza della Terra.  Aveva appena concluso con successo l’operazione «Oceani Lontani», passando dall’Atlantico al Pacifico non attraverso il canale di Panama ma arrivando fino all’estremo sud del continente americano. Come oggi Nave Vespucci 27 anni dopo, terza nave militare italiana nella storia a seguire quella rotta oceanica ai confini del mondo. A un passo dall’Antartide. 

LA TESTIMONIANZA

Testimone di quell’operazione del 27° Gruppo Navale è il capitano di vascello Massimiliano Siragusa, a quel tempo neo sottotenente di vascello imbarcato su Nave Bersagliere e che nel corso della sua carriera è stato anche comandante del Vespucci dal 2021 al 2022. Gli abbiamo chiesto di raccontare le emozioni e le sorprese del passaggio dall’Atlantico al Pacifico delle due «navi grigie» della Marina nell’agosto 1996, che prevedeva il periplo dell’America Latina passando da Capo Horn ma che poi avvenne attraverso la Terra del Fuoco.

Comandante Siragusa, non tutto andò secondo la pianificazione e soprattutto la vostra speranza. Perché? 

Nave Bersagliere lasciò Puerto Belgrano, principale base della Armada Argentina, la sera del 23 agosto, anticipando di 14 ore la partenza della «flagship» Durand de la Penne. Doveva necessariamente ormeggiare ad Ushuaia entro il pomeriggio del 26 agosto per rifornirsi di combustibile prima di risalire il Cile. La capacità delle sue casse di stoccaggio era notevolmente inferiore a quella di Nave Durand de la Penne, che avrebbe raggiunto il nostro pattugliatore nel canale di Beagle, facendo solo una breve sosta alla fonda nella serata del 27 agosto.

Qual’era l’emozione principale a bordo? 

Quella di arrivare così a Sud ed avvicinarsi a Capo Horn, quel luogo iconico ricordato nelle memorie di tanti marinai del passato per le condizioni meteorologiche estreme. Un’emozione che viveva negli sguardi di tutti noi. La forza degli elementi che però ci trovavamo davanti alla prora cresceva gradualmente. Raffiche di vento oltre i 50 nodi e onde di più di 7 metri ci impedivano di procedere a più di 5 nodi per salvaguardare la sicurezza della piattaforma. Il disagio fisico non ci avrebbe fermato, ma lo ha fatto la necessità di rispettare l’orario di arrivo a Ushuaia per effettuare il necessario rifornimento. 

Poi siete ripartiti verso sud

Nel cuore della notte tra il 25 e il 26 agosto ero di guardia in plancia. Eravamo ormai a solo 12 miglia da Capo Horn. Il tempo stringeva e i calcoli non davano spazio alla fantasia. Fu così che il comandante Massimo Iaccarino ordinò di invertire la rotta e dirigere verso il più sicuro Canale di Beagle all’estremo sud della Terra del Fuoco. 

Immagino l’umore dell’equipaggio

Lo lascio alla sua immaginazione. Oltre tutto la beffa per «noi del Bersagliere» fu che, dopo 12 ore,  il vento improvvisamente si placò e lo stato del mare, seppur più gradualmente, diventò decisamente più permissivo. Fenomeni naturali repentini ma tipici di quell’area. Questo consentì a Nave Durand de la Penne, al comando del capitano di vascello Luciano Callini che stava sopraggiungendo, di arrivare a sud della Isla de Hornos e doppiare così Capo Horn alle 18.45 locali del 26 agosto. Fu la prima nave militare italiana (almeno nel dopoguerra) a raggiungere quella leggendaria mèta. A quel punto invertì la rotta per raggiungerci nella baia di Ushuaia nel pomeriggio del 27.

Da lì come raggiungeste l’oceano Pacifico?

Il 28 mattina, il Gruppo Navale riunito iniziava 48 ore di navigazione patagonica, nel cuore della Terra del Fuoco, in acque ristrette verso l’oceano Pacifico, caratterizzate da passaggi tortuosi e bassi fondali. I team operativi della plancia e della centrale operativa di combattimento costituirono due squadre rinforzate che si alternarono ogni 4 ore nelle loro mansioni. Eravamo supportati da esperti piloti militari cileni che erano imbarcati per addestrarci a una navigazione così unica nel suo genere.

Il ricordo più vivo di quel tragitto?

Indimenticabile era quello che si poteva osservare sfidando il freddo per qualche minuto sul ponte di volo. Davanti ai nostri occhi uno scenario naturale dalla bellezza quasi irreale, con le placide acque circondate da montagne innevate che vi si specchiavano.

La soddisfazione maggiore? 

Se il mancato raggiungimento, per poche miglia, di Capo Horn da parte di Nave Bersagliere costituì solo una «mezza soddisfazione» per il Gruppo Navale, l’appagamento maggiore resta sempre quello di aver fatto parte di un «piccolo grande» Gruppo, che ha scritto pagine di storia della nostra Forza armata e che tuttora è un po’ invidiato dai tanti colleghi che non hanno avuto esperienze simili. 

Riassumendo. Siete state le due prime navi militari italiane ad effettuare la circumnavigazione del globo? 

No. Noi abbiamo fatto la (finora) più lunga circumnavigazione con oltre 51 mila miglia. Il primo giro del mondo – almeno nel secondo dopoguerra mondiale – fu quello di Nave Montecuccoli (6 mesi nel 1956), seguito da Nave Ardito e Nave Lupo (7 mesi nel 1979). Quindi il nostro Gruppo Navale (9 mesi nel 1996-97) e il primo di Nave Vespucci (luglio 2002-settembre 2003). Quindi l’attuale secondo giro del mondo di Nave Vespucci con lo storico successo di queste ore del passaggio da Capo Horn. Il periplo dell’America del Sud lo abbiamo affrontato noi e adesso il Vespucci. Negli altri viaggi le nostre navi militari hanno attraversato il canale di Panama. 

Nave Bersagliere in navigazione lungo un canale della Patagonia nel 1996
Nave Bersagliere in navigazione lungo un canale della Patagonia nel 1996
L'itinerario intorno al mondo di Nave Bersagliere con Nave Durand de la Penne nel 1996-97
L’itinerario intorno al mondo di Nave Bersagliere con Nave Durand de la Penne nel 1996-97

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Pubblicato il 5 aprile 2024

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Sandro Addario

Sandro Addario

Commenti (1)

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    Gianluca

    |

    Da ex marinaio di nave Durand de la Penne è stato un bellissimo tuffo nel passato leggere quest’articolo. Leggere di un ricordo impresso nelle nostri menti che ci regala, ancora oggi, una grande emozione… non solo il doppiaggio di Capo Horn ma tutto il viaggio è stato, per noi, una fantastica avventura.
    Penso di aver fatto un servizio di leva bellissimo grazie alla nostra Marina Militare, 9 mesi di vero mare, 9 mesi di vero arricchimento personale, fatto di duro lavoro e di esperienze inimmaginabili per noi ragazzi.
    Finito il Periplo mi sono congedato, avevo appena Vent’anni ma dentro di me mi sentirò, per tutta la vita, un vero Marinaro.
    Grazie per questo articolo!
    distinti saluti , Gianluca Cammaroto

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