Padoin: «Di tumore si può (anche) guarire»

da sin. Paolo Padoin, Pietro Pintore, monsignor Marco Domenico Viola, Paola Neri di Att
da sin. Paolo Padoin, Pietro Pintore, monsignor Marco Domenico Viola, Paola Neri di Att

FIRENZE – Ammalarsi di tumore, soprattutto in tempi di lockdown per la pandemia Covid, non è un’esperienza che sempre si può raccontare. Quando invece succede diventa un inno alla vita e un incoraggiamento a non arrendersi e a guardare con rinnovata fiducia al futuro. 

È l’esperienza sulla propria pelle che Paolo Padoin, già Prefetto di Firenze ed esperta «penna» giornalistica, sente il bisogno di raccontare nel suo ultimo libro «Malato di tumore in tempi di lockdown: sensazioni, paure e speranze» (Pintore Editore 2023). 

Il saggio è stato presentato sabato 6 aprile a Firenze dall’autore e dall’editore nel corso di un evento culturale in favore di ATT, l’Associazione Toscana Tumori che cura gratuitamente a domicilio i malati oncologici. Suggestiva cornice dell’incontro è stata una visita al complesso della Basilica di San Lorenzo e alla mostra «Pulcherrima Testimonia. Tesori nascosti nell’Arcidiocesi di Firenze» guidata per l’occasione da monsignor Marco Domenico Viola, Priore della storica Basilica fiorentina. La rassegna, ospitata nel Salone di Donatello sottostante la Basilica e aperta fino a settembre 2024, espone oltre 250 opere recuperate nelle Chiese e nei musei della Diocesi, selezionate fra circa 271.000 schede censite in 427 chiese, 38 oratori, 14 cappelle, 73 altri edifici.

Malati di tumore in tempi di Covid

Nella presentazione del suo libro, Padoin (che firma con lo pseudonimo Camillo de’ Lorenzis) ripercorre il non facile cammino nel quale si è trovato protagonista, dopo aver accusato i primi gravi sintomi della malattia oncologica durante un non procrastinabile viaggio in Francia, dove i vincoli imposti dalla prima fase della pandemia erano necessariamente severi. Riuscito a rientrare in Italia, dopo tutti i controlli anti Covid in uscita dalla Francia e all’arrivo a Firenze (quarantena compresa), Padoin viene operato d’urgenza. La sentenza non lascia dubbi. Uno dei ricordi ancora vivi è quello delle lunghe giornate di degenza «dove si tocca con mano la solidarietà tra gli stessi malati e soprattutto la capacità del personale sanitario di assistere psicologicamente i pazienti. Spesso una buona parola, un buon consiglio, vale più di un medicinale». 

«È una narrazione – si legge nella presentazione del libro – improntata alla consapevolezza della gravità di una malattia che spesso purtroppo non perdona. Esemplare l’ultimo caso di Gianluca Vialli. Ma Camillo preferisce pensare positivo, di cancro si può guarire, è una lotta di tutti e per tutti». Nell’ultimo capitolo «La speranza è l’ultima a morire», il dottor Padoin – oggi in buona forma a quattro anni dall’intervento – lancia un messaggio di «fiducia nelle terapie e nelle cure che le équipe dei medici oncologi stanno adottando, in base a protocolli validi in quasi tutto il mondo». Non solo ma si mette «a disposizione dei sanitari che mi seguono per sperimentare, anche su me stesso, nuove terapie utili, secondo il loro giudizio autorevole». 

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Un suggestivo scorcio del Chiostro dei Canonici della Basilica di San Lorenzo a Firenze
Un suggestivo scorcio del Chiostro dei Canonici della Basilica di San Lorenzo a Firenze
Sandro Addario

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