Osservatore Libero

Giorno della memoria, esce il libro «Terrorismo rosso e nero»

Il nuovo libro del Prefetto Paolo Padoin sul terrorismo
Il nuovo libro del Prefetto Paolo Padoin sul terrorismo

TORINO – «Terrorismo rosso e nero», un libro testimonianza di Paolo Padoin, già prefetto di Padova, Torino e Firenze. È uscito in concomitanza con il «Giorno della memoria» (9 maggio) dedicato alle vittime del terrorismo e in occasione del Salone Internazionale del libro di Torino. Una fotocronaca virtuale dei momenti bui della storia contemporanea. Dalle stragi alle nuove brigate rosse, alle vicende che vedono protagonisti centri sociali di destra e di sinistra, antagonisti e anarchici. 

La prefazione è firmata Gian Carlo Caselli, già Procuratore capo a Palermo negli anni ’90 e quindi a Torino. Secondo Caselli il libro di Padoin si può leggere come un documentato libro di storia ma anche come un testo educativo perché indica alcune linee guida per difendere la democrazia, quale antidoto alla tentazione dell’uso della violenza come mezzo di lotta politica. 

«In quasi tutti i libri e gli articoli dedicati al terrorismo italiano – dice Padoin – la narrazione prevalente riporta le gesta e il racconto di molti di coloro che insanguinarono l’Italia negli anni di piombo. Osservo che si prova sempre un certo disagio quando un uomo che ha ucciso un altro uomo con la spietatezza del killer cerca di spiegare la sua visione del mondo, riscrivendo in qualche modo fatti criminali. Ogni volta ci si chiede perché il ricordo di quegli eventi sia quasi sempre affidato da autori e registi a chi stava dalla parte sbagliata e non alle loro vittime. In questo libro, dedicato proprio a queste ultime e in particolare a Mariella Magi Dionisi, ho cercato di ribaltare questa prospettiva». 

IN RICORDO DI MARIELLA DIONISI

Mariella Magi Dionisi, recentemente scomparsa, è stata la vedova del poliziotto Fausto Dionisi ucciso da un commando terroristico a Firenze nel gennaio 1978. Per anni è stata la coraggiosa presidente dell’Associazione Memoria costituita dai familiari dei Caduti, per fatti di terrorismo, delle Forze dell’Ordine e dei Magistrati.

«Non ci sono sentimenti di vendetta nella memoria – ripeteva la signora Dionisi – c’è la richiesta di verità e di giustizia, perché troppo spesso non abbiamo avuto né l’una né l’altra. I nostri morti, e noi con loro, hanno dovuto subire per molti anni una sottile, persistente forma di violenza contenuta nella dimenticanza e nell’oblio in cui ci avevano relegato e che abbiamo continuato a subire per più di 40 anni, in silenzio, pur non avendo mai cessato di credere nelle Istituzioni, magari essendo noi lo Stato più di quanto lo Stato lo fosse con noi». 

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