«La Douhet è una scuola di vita per comandanti e allievi»

Colonnello Massimiliano Macioce
Colonnello Massimiliano Macioce

FIRENZE – Quasi due anni a Firenze da «preside» di un liceo militare. Dopo tante ore di volo da pilota su aerei da combattimento che da trasporto. Con una significativa parentesi da addetto militare presso un’importante ambasciata d’Italia in Medio Oriente. Ora il colonnello Massimiliano Macioce, romano 54 anni, lascia il comando della Scuola Militare Aeronautica «Giulio Douhet» dove si era insediato il 21 ottobre 2022. Lo attende a Roma un importante incarico presso lo Stato Maggiore dell’Aeronautica. 

Quando è stato chiamato a dirigere la Douhet l’ha presa come una nuova missione operativa?

Chiamiamola sfida. Avevo fatto l’istruttore di volo, ma la formazione di ragazzi che a 16 anni scelgono di mettersi in gioco è stato per me un vero arricchimento personale. Ogni giorno bisogna pensare cosa dare loro sempre di più. 

La maggiore soddisfazione? 

Aver visto i miei colleghi del quadro permanente impegnarsi senza sosta per dare il massimo e stare vicino agli allievi. È stato per me un motivo di ulteriore sprone. La formazione della scuola passa anche attraverso la sorveglianza (non dimentichiamo che gli allievi sono minorenni) e il nostro buon esempio che possiamo offrire loro. 

I vostri rapporti con i genitori, qualcuno forse preoccupato per il figlio o la figlia, sono stati l’anello debole della catena? 

No. Al contrario. È stato uno dei punti forti. I genitori e la famiglia, lo ripeto sempre, sono parte integrante della formazione dell’allievo. Tra noi e loro c’è un rapporto fiduciario, dove ciascuno svolge il proprio ruolo. Il nostro è quello di «affidatario» dei loro ragazzi, ai quali ci impegniamo a fornire una formazione a tutto tondo per farli diventare buoni cittadini. Se venisse a mancare questo rapporto di fiducia, non si andrebbe molto lontano. 

Genitori collaborativi dunque

Assolutamente sì. Va ricordato anche che ci sono i comandanti di corso, tre splendidi capitani, che, coadiuvati dai loro sottufficiali subalterni, sono sempre in contatto con i familiari degli allievi per qualsiasi evenienza, domanda o dubbio. Questo è uno dei punti forti della Douhet. 

Può comunque accadere che qualche allievo possa ripensarci e lasciare la Douhet. 

Certamente. Può succedere soprattutto nel primo mese di «incorporamento» e in tal caso subentra il primo in graduatoria dei non vincitori del concorso di ammissione alla Scuola. 

Quante sono le domande di partecipazione al concorso per entrare alla Douhet?

Negli ultimi anni la cifra si è stabilizzata in circa 600 domande. Al termine della non facile selezione, fatta in più fasi, i vincitori sono 40, uno su quindici. Diciotto vanno al 3° anno di liceo classico, ventidue al corrispondente anno di liceo scientifico. 

E dopo la maturità?

I neo diplomati sono liberi di scegliere se tornare alla vita civile e iscriversi all’università oppure di tentare il concorso nelle Accademie militari delle Forze armate e della Finanza. Mediamente il 75% dei nostri allievi sceglie questa strada. Di questi, oltre la metà ci riesce al primo tentativo. 

Torniamo al colonnello Macioce. Cosa ha imparato dai suoi allievi? 

Direi certamente l’entusiasmo della loro età. 

Un esempio?

Ce ne possono essere tanti, ma uno in particolare non lo dimenticherò. È il grande sorriso di soddisfazione che ho visto stampato sui loro volti al termine di un’attività di volo da diporto sportivo (Vds) che abbiamo fatto nel nord Italia. Una delle varie attività extracurriculari che svolgiamo, come il volo a vela e il corso di sopravvivenza in mare. Ma ripeto, è uno dei tanti. 

Che ricordo porterà con sé di Firenze? 

Tantissimi anche in questo caso. Indelebile sarà comunque il giuramento degli allievi che nel maggio 2023 si è svolto nella suggestiva cornice di piazza della Signoria, salutato da un puntualissimo sorvolo di un caccia Tornado e due Eurofighter dell’Aeronautica militare sul cielo di Firenze. Essere lì in quel momento è stata un’emozione che porterò sempre nel cuore. Come sono sicuro faranno altrettanto tutti gli allievi della Douhet schierati in una delle piazze più conosciute al mondo. 

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Sandro Addario

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