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Al Geografico Militare (dopo 150 anni) la Bandiera di Istituto

La cerimonia della consegna della bandiera d'Istituto al Geografico Militare
La cerimonia della consegna della bandiera d’Istituto al Geografico Militare

FIRENZE – Solenne cerimonia all’Istituto Geografico Militare di Firenze per la consegna della Bandiera d’Istituto, concessa dal Presidente della Repubblica nello scorso febbraio «quale riconoscimento delle funzioni espletate, di preminente interesse per la collettività, nel campo della cartografia ufficiale nazionale, nonché degli eccellenti risultati conseguiti». Questa la motivazione letta dal Sottosegretario alla Difesa Isabella Rauti lunedì 17 giugno nella Sala de’ Vecchi, all’interno dello storico edificio che da oltre un secolo e mezzo ospita il Geografico, ente cartografico dello Stato. 

Naturalmente la cartografia del 21° secolo non è più solo cartacea, ma anche e soprattutto digitale. Da qui l’operatività strategica dell’Igm, di estrema attualità, nel fornire costante supporto non solo all’Esercito e alla Difesa ma anche alla Nato per ogni occorrenza legata, ad esempio, alla verifica e al monitoraggio di un territorio. Tra le più recenti innovazioni Rauti ha citato anche il «Progetto Pegaso Vrs Now» presentato dall’Igm il 22 maggio scorso, una nuova rete di 190 stazioni di ultima generazione in grado di fornire dati di geolocalizzazione in tempo reale «certificati» dallo stesso Istituto Geografico Militare. 

Alla consegna della Bandiera d’Istituto all’Igm era presente il generale di corpo d’armata Carmine Masiello, capo di Stato Maggiore dell’Esercito, con la madrina della cerimonia, la signora Maria Giustina Li Gobbi, figlia del generale Alberto Li Gobbi, medaglia d’oro al valor militare e al quale è dedicata proprio la pagina di Giugno del calendario dell’Esercito 2024.

È stata la stessa madrina a ricevere la Bandiera e consegnarla quindi al generale di corpo d’armata Massimo Panizzi, comandante dell’Igm. Quest’ultimo l’ha quindi solennemente ceduta all’Alfiere, tenente Matteo Altobelli, che al termine della cerimonia l’ha depositata nell’ufficio del Comandante, dove, come di prassi, viene custodita. 

Masiello: le sfide dell’Esercito

Generale Carmine Masiello, capo di Stato Maggiore dell’Esercito

«Stiamo vivendo una vera e propria rivoluzione militare – ha detto nel suo intervento il generale Masiello – si parla di nuovi domini: cyber, spazio, la disinformazione. Ma questo è già il passato. Se qualcuno ha letto ieri nei giornali, si parla della nascita di nuove forze armate. In Ucraina è nata una forza armata, la forza armata dei droni, qualcosa che ci sembrava inconcepibile fino a qualche anno fa». «Tutto sta cambiando in maniera molto importante. Da capo dell’Esercito dico che dobbiamo essere molto attenti in questa fase che ci vede coinvolti in due processi. Un processo di adattamento rapido a quello che sta succedendo e un processo reattivo. Stiamo reagendo con la maggiore celerità possibile. E mentre ci adattiamo dobbiamo pensare a trasformarci per guardare oltre le sfide di domani, ma guardare le sfide nei prossimi anni.  Adattamento e trasformazione: queste sono le sfide dell’Esercito. Vediamo quindi un periodo di forte instabilità che si affronta con competenze, con riflessioni su quali saranno le competenze che ci dovranno accompagnare». «La tecnologia la farà da padrona – ha aggiunto Masiello – queste competenze ci daranno una mano per risolvere o per tentare di risolvere I problemi complessi, per dare domande alla complessità dei problemi che I tempi ci pongono».

La burocrazia, il sesto dominio

Da ultimo Masiello ha citato anche la necessità di sburocratizzare l’Esercito, che «è prigioniero di quello che in gergo chiamiamo il sesto dominio, la burocrazia, quella che ci impedisce che viaggiare con la velocità che i tempi richiedono. Su questo invito tutti a fare uno sforzo a superare I vincoli burocratici ad assumersi responsabilità. Perché la burocrazia molte volte è figlia della scarsa attitudine da assumersi responsabilità». 

La Bandiera, una sintesi

Nel suo saluto il generale Panizzi, comandante dell’Igm, ha voluto sottolineare come la Bandiera sia la «sintesi mirabile di onore, valore militare, tradizioni, identità nazionale, memoria, ricordo dei Caduti. E bussola del nostro agire». Un doveroso ricordo è stato rivolto anche a Leonardo Sensitivi e Tiberio Ghelardini, dipendenti del Geografico Militare scomparsi in un incidente stradale un anno fa. «Che anche il loro ricordo ci sia di sprone, d’ispirazione, d’esempio» ha detto il generale Panizzi, in un momento di particolare emozione, ancora più accresciuta dalla tragica notizia che aveva appreso da pochi minuti circa la scomparsa del generale Claudio Graziano. Un alpino come lui.  

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