
FIRENZE – Per gli acquisti di beni e servizi militari (il cosiddetto ‘procurement’), dato il repentino mutare della situazione geopolitica, «bisogna prendere atto che occorre rivedere e riformare alcune procedure che non sono più al passo con i tempi e con le necessità della Forza Armata». Lo ha detto a Firenze venerdì 27 settembre il sottocapo di Stato Maggiore dell’Esercito, generale di corpo d’armata Salvatore Camporeale, intervenuto al seminario «Il procurement militare tra il Dlgs 36/2023 e la specificità militare: situazione, criticità, opportunità e prospettive». Un incontro tecnico dove si sono confrontate le voci dell’Esercito, della Corte dei Conti, degli organismi di controllo delle spese militari, alla presenza di esponenti di tutte le quattro Forze armate.
Un tema complesso ma che si può tradurre nella necessità di disporre di forze di difesa moderne ed efficienti, non solo professionalmente ma anche con mezzi e tecnologie sempre all’altezza delle sfide in continua evoluzione. Con venti di guerra alle porte di casa, tutt’altro che da sottovalutare, il problema del «procurement» gioca un ruolo determinante. Con un particolare non indifferente. Mentre il nuovo codice degli appalti del 2023 ha snellito molte procedure negli acquisti pubblici (in particolar modo legati al Pnrr), per gli appalti militari non è ancora andata così. Il problema è allo studio del Ministero della Difesa che, attraverso l’Ufficio legislativo, sta valutando i possibili profili normativi di miglioramento.
MENO BUROCRAZIA
«Chiediamo meno burocrazia e maggiore aderenza alla velocità del mondo» aveva detto lo stesso Capo di Stato Maggiore dell’Esercito Carmine Masiello alla cerimonia del 163°anniversario della Forza armata, nel maggio scorso 2024 davanti al presidente del Consiglio Giorgia Meloni e al ministro della Difesa Guido Crosetto.
Ora il seminario di studi a Firenze sul procurement. «Lo scopo è stato quello di fare una sintesi degli attuali problemi che sono connessi alle modalità con le quali le stazioni appaltanti delle forze armate acquisiscono beni e servizi proiettati verso l’attività operativa delle nostre unità». È quanto ha confermato al termine il maggior generale Fabrizio Sellani Capo Ufficio Generale del Centro di Responsabilità Amministrativa dell’Esercito, promotore dell’iniziativa che si è svolta nella Sala del Cenacolo della caserma Simoni che ospita la Direzione di Amministrazione dell’Esercito, oggi diretta dal colonnello Paolo Logli.
UN PONTE TRA LE ISTITUZIONI
«Vorremmo – ha proseguito Sellani – creare un ponte istituzionale tra le varie componenti del procurement. Chi acquista, chi deve controllare. Forse in passato sono state viste a volte come due anime che non si parlavano». «Oggi invece – ha aggiunto – occorre parlarci di più, per condividere da subito il problema e cercare di trovare una soluzione tecnico giuridica e contrattuale corretta e trasparente. E che allo stesso tempo arrivi rapidamente all’obiettivo». «Noi dobbiamo dare ai nostri militari di tutte le forze armate – ha concluso – il meglio. Perché se vogliamo che ci difendano al meglio, gli dobbiamo dare il meglio. Ma glielo dobbiamo dare il prima possibile, non possiamo aspettare anni, perché potrebbe essere troppo tardi».
Al seminario hanno partecipato Franco Massi presidente OIV Difesa, Emanuele Coletti del Segretariato Generale della Difesa, Marina Iaderosa Direttore centrale per le Ispezioni amministrative del Ministero della Difesa. Per la Corte dei Conti sono intervenuti Giuseppa Maneggia e Giuseppe Maria Mezzapesa (Sezione di controllo sui contratti secretati), Francesco Targia (consigliere delegato al controllo degli atti della Difesa), Chiara Grassi (capo segreteria principale di sicurezza). Interventi anche del generale di brigata Bernardo Barbarotto (Ufficio Pianificazione Programmazione e Bilancio dello Stato Maggiore Difesa) e del brigadier generale Errico Guadagnuolo (Ufficio Generale CRA Esercito).