Su Nave Trieste il giuramento degli allievi dell’Accademia Navale

Nave Trieste ormeggiata nel porto di Livorno
Nave Trieste ormeggiata nel porto di Livorno

LIVORNO – Si scrive portaelicotteri si legge portaerei, per la precisione unità anfibia portaeromobili. È Nave Trieste (distintivo ottico L 9890), tutta made in Italy, ufficialmente consegnata alla Squadra Navale italiana sabato 7 novembre 2024 a Livorno, presenti il capo dello Stato Sergio Mattarella e il ministro della Difesa Guido Crosetto

Con un ponte di volo di oltre 7000 metri quadri (poco più di un campo di calcio) Nave Trieste è in grado di svolgere numerose funzioni multiruolo: da operazioni di sbarco e proiezione di forza dal mare, a base mobile per una trentina di aeromobili tra ponte di volo e aviorimessa, compresi gli F-35B velivoli caccia di 5ª generazione a decollo corto e atterraggio verticale. Ma anche ‘semplicemente’ di approdare in un porto e sbarcare personale, automezzi e materiale. Come fosse un traghetto. 

Varata nel 2019, Nave Trieste è la più grande unità costruita per la Marina Militare dalla cantieristica nazionale, dal secondo dopoguerra a oggi. È di fatto l’«erede» della portaeromobili Garibaldi, fuori servizio dal 1° ottobre 2024 e ormai prossima al disarmo dopo 37 anni di attività. 

Non è un caso che, durante la cerimonia nel porto di Livorno, le due unità fossero ormeggiate l’una di fronte all’altra al molo Italia, quasi in un simbolico passaggio di testimone tra il recente passato e il futuro della Marina. Lo stesso comandante del Trieste, capitano di vascello Francesco Marzi, nella sua carriera è stato anche comandante in seconda del Garibaldi. Ancora qualche mese di addestramento di equipaggio e macchine e poi, probabilmente entro l’estate, Nave Trieste sarà definitivamente pronta per la sua prima missione operativa. 

Nave Trieste durante una prova in mare a La Spezia
Nave Trieste durante una prova in mare a La Spezia (Foto MM)

IL GIURAMENTO

Se la consegna della bandiera della Marina dalle mani di Laura Mattarella (madrina della nave) al comandante Marzi ha sancito il tanto atteso ingresso del Trieste nella squadra navale, un altro attesissimo momento è stato il giuramento di 150 allievi (40 donne) della 1ª classe dell’Accademia Navale, guidati dal comandante alla classe tenente di vascello Simone Ciccolini

Per la prima volta, almeno nel secondo dopoguerra, questa cerimonia si è svolta al di fuori del Piazzale Allievi dell’Accademia a Livorno. Un’eccezione che valeva la pena perseguire.  Suggestiva ipotesi poteva essere il ponte di volo del Trieste ma la temperatura rigida e un discreto vento di grecale hanno consigliato di optare per la capiente aviorimessa sottocoperta, lunga quasi come dieci campi da tennis uno dopo l’altro. 

Il contrammiraglio Lorenzano Di Renzo, comandante dell’Accademia Navale, si è rivolto ai «suoi» allievi ricordando gli impegni che con il giuramento vanno ad assumere. Non solo i doveri di fedeltà alla Repubblica, di osservare la Costituzione e le leggi, nonché la difesa della Patria, ma «quello che vi riguarda e vi distingue – ha detto Di Renzo – si riferisce invece al dovere di adempiere, con disciplina ed onore, tutti gli impegni derivanti dallo status che vi accingete ad acquisire, ovvero quello di militari. Un impegno di carattere morale, più che giuridico e fondato sul senso dell’onore, ovvero sulla prima e sulla più alta tra le virtù militari». Qui il testo integrale dell’intervento del contrammiraglio Di Renzo

È seguito l’emozionante momento del «lo giuro» gridato dai 150 voci convinte e accompagnato dal dell’Inno nazionale cantato da tutti i presenti, con le note della Fanfara dell’Accademia Navale. Più emozionati di tutti, i familiari degli allievi arrivati da ogni parte d’Italia che hanno atteso con trepidazione il momento in cui al termine della cerimonia hanno potuto riabbracciare i «loro» cadetti.  

Contrammiraglio Lorenzano Di Renzo, Comandante Accademia Navale
Contrammiraglio Lorenzano Di Renzo, Comandante Accademia Navale (foto MM)
Il momento del giuramento (Foto MM)
Il momento del giuramento (Foto MM)

TECNOLOGIA E SPIRITO DI SQUADRA

«Nave Trieste – ha detto il ministro Crosetto – è il frutto del lavoro di migliaia di persone. Ingegneri, tecnici, operai. Solo poche nazioni possono costruire un’opera d’ingegno e di alta tecnologia simile, che racchiude storia, conoscenza, tecnologia avanzata». «Ma una nave vuota è uno strumento – ha proseguito rivolgendosi agli allievi e all’equipaggio – il suo cuore siete voi, i vostri valori, ideali e spirito di cooperazione. La nave è un elemento che funziona quando c’è sinergia, quando c’è cooperazione, quando si aiuta chi ti sta vicino. Noi abbiamo bisogno di questo. Siatene un esempio anche in futuro. Voi siete il nostro futuro». 

In precedenza erano intervenuti l’amministratore delegato e direttore generale di Fincantieri, Pierroberto Folgiero («Nave Trieste non è solo una bellissima nave ma è il simbolo di ciò che l’Italia sa essere quando unisce visione geopolitica, competenza tecnologica e capacità manifatturiera») e il capo di Stato Maggiore della Marina ammiraglio Enrico Credendino. «Oggi viviamo con orgoglio – ha detto Credendino – la grande emozione di integrare nella flotta il Trieste e abbiamo scelto di suggellare questo momento storico con il giuramento solenne degli allievi ufficiali, molti dei quali, su questa nave, cresceranno professionalmente, realizzeranno le proprie ambizioni, assolveranno missioni di strategico valore per l’interesse nazionale». «Il connubio tra il mezzo e la persona – ha aggiunto – è oggi qui rappresentato nella sua massima espressione. Se, da un lato, Nave Trieste è custode della nostra capacità, volontà e propensione a costruire mezzi innovativi, dall’altro, gli allievi sono e saranno custodi del sapere, della cultura e dell’eredità marittima, dei valori legati al giuramento appena prestato».  Qui il testo dell’intervento del Capo di Stato Maggiore della Marina

Per il capo di stato maggiore della Difesa, generale Luciano Portolano, «con la consegna del Trieste la Marina Militare si dota di un simbolo della modernità e del livello tecnologico nazionale.  Un assetto pregiato, che migliorerà la nostra capacità di proiezione di potenza e di deterrenza, in un momento storico, come quello attuale, caratterizzato da nuove ed emergenti minacce alla sicurezza, anche alla luce dei recenti eventi in Medio Oriente».  Qui il testo dell’intervento del generale Luciano Portolano .

Il Gruppo Medaglie d’oro al Valor Militare era rappresentato dal Tenente Colonnello Gianfranco Paglia che, rivolto agli allievi, li ha esortati a imparare «a comandare con l’esempio e non col grado. Solo così le vostre donne e i vostri uomini vi seguiranno fino alla fine senza neanche chiederglielo». 

GALLERIA FOTO

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VIDEO

Mattarella a bordo (video Quirinale)

Qui il video integrale di tutta la cerimonia, realizzato da Marina Militare

Sandro Addario

Sandro Addario

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